I dati sono inequivocabili: dal 2010 a oggi, si registra l’esplosione degli alloggi in affitto breve mentre l’offerta alberghiera, quella cioè più tradizionale e consolidata, ha subito una sensibile contrazione, -10.4% in provincia di Modena, -4.7% in Emilia-Romagna, -3.2%, a livello nazionale.
In provincia di Modena l’offerta extra alberghiera, dal 2010 a oggi, è aumentata del 58%, con 216 unità in più (da 373 a 589). I Bed & Breakfast, 289 strutture censite, hanno ormai superato il numero degli alberghi (scesi da 250 a 224), mentre in terza posizione salgono prepotentemente gli alloggi in affitto con 1.301 posti letto (oltre il 6% del totale dell’offerta) e 174 unità. Sul fronte della qualità, diminuiscono, non solo a Modena, le strutture meno qualificate, in particolare quelle a una o due stelle. Nella terra di Ferrari e di Pavarotti si contano oggi 5 strutture con una stella (92 posti letto), 61 con due (1.701 posti letto), 108 con tre (5.624 posti letto), 27 con quattro (3.150 posti letto), 1 con cinque (58 posti letto). Crescono inoltre in modo rilevante i Residence che attualmente in Emilia-Romagna sono 288 (posti letto 17.242), di questi, 22, l’8% del totale, si trovano nei comuni modenesi (posti letto 1.433).
Nel mondo della ricettività c’è quindi in atto una vera e propria rivoluzione che interessa l’intero Paese e che trova piena conferma nei numeri della provincia di Modena e della regione Emilia-Romagna. È quanto emerge dal report realizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze per ASSOHOTEL Confesercenti Emilia-Romagna presentato a margine del convegno “Affitti Brevi: impatto sempre più rilevante per i mercati turistici” promosso da Confesercenti Modena che si è tenuto il 6 novembre us..
Analizzando l’evoluzione nell’ultimo decennio, emerge che l’offerta nel mercato turistico ricettivo è oggi molto più varia e in grado di rispondere con maggiore duttilità a una domanda che ha attese e bisogni sempre più eterogenei. “Una liquidità e parcellizzazione del mercato comprensibile – sottolinea Confesercenti Modena – amplificata ulteriormente dall’utilizzo diffusissimo di internet e in particolare di piattaforme dedicate, sempre più specializzate. Un dinamismo al quale però – lamenta l’Associazione – non ha fatto seguito un adeguato aggiornamento normativo, indispensabile per fissare i limiti entro i quali gli operatori economici professionali possono agire per coniugare i cambiamenti con l’esigenza di tutelare il cliente e gli imprenditori che operano nel settore nel rispetto delle normative.”
Sul fronte normativo uno degli anelli deboli è l’assenza dei decreti attuativi del cosiddetto Decreto Crescita (n.58 del 2019) il cui spirito, pur condivisibile, perché introduce una serie di novità riguardanti gli affitti brevi con l’Istituzione della banca dati locazioni brevi e l’obbligo di creare un codice identificativo unico, al momento rimane prevalentemente sulla carta. “Le armi per combattere l’evasione e gli affitti in nero e aumentare la trasparenza del mercato riducendo il rischio di truffe ai danni dei clienti e di forme di concorrenza sleale sono spuntate” spiega ASSOHOTEL Confesercenti Modena.
Cartina di tornasole di una vera e propria rivoluzione in atto nel mercato turistico sono gli annunci presenti su alcune delle piattaforme più utilizzate per fare prenotazioni, da Booking.com, a Airbnb sino a HomeAway.
I casi in cui i dati di quanti offrono ospitalità risultano generici sono molto frequenti, spesso c’è solo un nome di battesimo e la sommaria indicazione della posizione dell’alloggio (ad esempio vicino al centro storico). Situazioni che rendono molto difficile la tracciabilità completa delle operazioni poste in essere. Il portale più gettonato per questa tipologia d’inserzioni è Airbnb che a settembre 2019 conteneva 470 annunci riguardanti soluzioni nella sola città di Modena.
“Quello degli affitti degli appartamenti privati ad uso turistico è un fenomeno che in molti casi ha prodotto situazioni di svantaggio per le strutture ufficiali – afferma Gabriella Gibertini presidente di Assohotel Confesercenti Modena – che per mantenere il loro posizionamento sul mercato sono costrette a rimodulare continuamente la loro offerta. È necessario che le regole consentano a tutte le tipologie ricettive di agire in modo competitivo senza svantaggi di natura fiscale e burocratica. É la richiesta che avanziamo da anni, come associazione, su tutti i tavoli nazionali e locali. Airbnb si è però rifiutata finora di applicare i vari provvedimenti, messi in campo in questi ultimi due anni dall’Agenzia delle Entrate, rispetto al regime fiscale che prevedeva una Cedolare secca del 21%.
Inoltre resta ancora inapplicata la normativa introdotta dal “Decreto Crescita” in materia di codice identificativo, altro strumento che potrebbe costituire un valido argine al mancato rispetto della normativa nel caso degli affitti brevi, ma che per diventare operativo attende i decreti attuativi” conclude Gabriella Gibertini.
Comunicato del 6 novembre 2019